Il chitarrista di Lucio Battisti a City of Guitars (un amico speciale)
9 settembre 1998. Un giorno maledetto per la storia della musica italiana. Moriva infatti Lucio Battisti, probabilmente il più grande cantante italiano di tutti i tempi. Le sue canzoni sono infatti sopravvissute alla sua morte ed è davvero difficile trovare qualcuno che non conosca "La canzone del sole" piuttosto che "Il mio canto libero".
In occasione dei vent'anni dalla sua morte, Ticinonews ha intervistato Massimo Luca, lo storico chitarrista di Battisti e di tanti altri grandi cantautori italiani, come Fabrizio De André, Paolo Conte, Francesco Guccini ed Edoardo Bennato. Luca peraltro sarà uno dei protagonisti di City of Guitars, il maxi evento gratuito di Locarno, di scena il 22 e il 23 settembre in Piazza Grande.
Ha lavorato tanti anni con Lucio Battisti, che ricordo ha?
5 anni con lui non si dimenticano: i ricordi sono davvero tanti. Alcuni belli e alcuni meno belli, ma questo fa ovviamente parte della vita. Di certo non era una persona facile: scontroso, timido e riservato, incuteva rispetto e timore in tutti quelli che collaboravano con lui. Eppure, quando voleva, si apriva e raccontava qualche barzelletta facendoci ridere tutti. Ho lavorato con un ’infinità di cantautori e con tutti si trovava sempre un punto di affetto e di amicizia: con Lucio invece è stato molto più difficile. Simili a lui caratterialmente ho ùwontrato solo Paolo Conte e Fabrizio De André.
20 anni fa la sua morte...
Un giorno maledetto. Mi ricordo quando mi hanno chiamato per dirmi che Lucio era morto. Per tutta la giornata sono rimasto impietrito. Nessuno sapeva che era inalato, è stato uno shock per tutti noi che avevamo collaborato tanti anni con lui.
A distanza di 50 anni le canzoni di Battisti regalano ancora emozioni e sono conosciute da chiunque: qual è il loro segreto?
Penso che sostanzialmente ci siano tre grandi ingredienti: il primo, la nobiltà popolare della melodia, prerogativa che prima aveva avuto solo Puccini, che con quattro note si faceva lanciare fiori dai loggioni... L’altro ingrediente, il testo: parole semplici ma di grande significato, che hanno aiutato a rendere ancora più grandi canzoni che erano già grandi di loro. Il terzo, l’incredibile capacità di suscitare emozione nelle persone: ho suonato i pezzi dei grandi cantautori italiani in Italia e all’estero, ma solo con Battisti sono riuscito a fare i pienoni di spettatori. Credo che sia l'unico autore italiano veramente cantato e veramente immortale.
Eppure musicalmente le sue canzoni sono alla portata di tutti: con tre accordi e te la cavi...
E ’proprio questo il trappolone in cui molti, purtroppo musicisti professionisti compresi, cascano. Se una canzone ha solo tre accordi non vuol dire che è stupida: questo è un modo di pensare molto provinciale e che non rende merito a tantissime canzoni italiane. Quante persone hanno cantato “La Canzone del Sole” in spiaggia, senza rendersi conto che in realtà nella sua semplicità il testo è drammatico, che affronta il tradimento, il dubbio del futuro...
A proposito de "La Canzone del Sole", per City of Guitars del 22-23 settembre ha in programma una bella sorpresa...
Aspetteremo il tramonto per suonare, assieme a tutti gi spettatori che porteranno una chitarra, questa meravigliosa canzone... Sarà un momento davvero incredibile, proprio per questo vi aspetto numerosi in Piazza Grande!
Fonte: ticinonews